L’immaginazione è un dono che bene o male tutti noi abbiamo e chiunque è in grado di creare immagini dentro di se semplicemente chiudendo gli occhi. Altro è invece il riuscire a rendere queste immagini concrete, reali, tangibili, trasformare cioè un pensiero, una sensazione, in un qualcosa che riesca a trasmettere un messaggio o anche solo una emozione ad un osservatore esterno. Penso che questo possa essere uno dei tanti modi per descrivere quello che si è provato a fare in questo fine settimana nel cuore della Maremma Toscana grazie al Coordinamento Esecutivo Regionale Toscana, all’associazione culturale SpeleoFotoContest con il corso di “Tecnica e fondamenti di fotografia ipogea” conclusosi domenica pomeriggio.
A distanza di quasi 20 anni finalmente in toscana si torna a parlare, spiegare e confrontarsi sul come e sul perché creare immagini dal buio, perché alla fine questo è fare fotografia in grotta.
Una delle frasi che, a mio modesto parere, meglio può rappresentare lo spirito di questi tre giorni è quella che in chiusura dei lavori ha detto Paolo Dori, findatore e primo presidente dell’associazione SpeleoFotoContest, “Se qualcosa vi è rimasto, non tenetelo per voi ma continuate a trasmetterlo ad altri”.
Non è sufficiente infatti imparare ad immaginare (nel senso di creare immagini), o a raccogliere dati ed informazioni se poi non li si trasmette a qualcuno.
Il compito di coloro che si accingono a violare l’ambiente ipogeo diventa quasi un dovere morale nei confronti soprattutto di chi non ha la possibilità di farlo, e la trasmissione della conoscenza attraverso le immagini si rivela essere uno strumento indispensabile per raggiungere l’obiettivo della divulgazione delle informazioni, utili non solo alla comprensione ed alla tutela delle grotte ma anche dell’ambiente esterno, che si riescono ad acquisire attraverso l’attività speleologica.
È per questo che durante questo corso sono stati affrontati ovviamente argomenti prettamente tecnici ma non solo, anche temi di carattere etico, perché è si importante documentare ciò che vediamo, e riuscire soprattutto a farlo bene, ma non è tutto. Si è infatti parlato anche del cercare di capire il perché sia importante fare documentazione, e perché sia altrettanto importante arrivare a capire quando questo potrebbe essere più deleterio di una mancata documentazione. Capire cioè quando il semplice fare una fotografia possa essere anche inutile se non addirittura estremamente dannoso. Per questo lo speleologo in generale, ed a maggior ragione il fotografo ipogeo, ormai è fondamentale che sia allo stesso tempo anche geologo, chimico, biologo, storico… Solo così potrà riuscire a trasmettere un messaggio senza tralasciare dettagli altrettanto importanti o peggio ancora senza compromettere magari irrimediabilmente lo stesso soggetto del messaggio o altri circostanti.
Ultimi, ma non per questo meno importanti, due aspetti imprescindibili dell’attività speleofotografica: Post produzione e Pubblicazione. Il primo argomento spesso è trascurato per semplice carenza di conoscenze o magari per una pratica non molto approfondita, ecco dunque perché sono importanti corsi e momenti formativi come questo, mentre l’aspetto legato alla pubblicazione purtroppo viene sovente trascurato anche a causa della rapidità con cui viaggiano le informazioni in rete che tende a dare più importanza alla quantità di materiale prodotto e reso disponibile a discapito della qualità.
In questi tre giorni quindi un gruppo di 14 allievi provenienti da varie parti d’Italia, ha dato il loro fondamentale contributo alla buona riuscita di questo corso. Con le loro variegate esperienze pregresse sono stati il miglior stimolo per sviluppare un confronto costruttivo che alla fine ha sicuramente arricchito tutti, relatori ed organizzatori compresi.
I relatori, dal canto loro, hanno portato la loro esperienza mettendola a disposizione degli altri, andando a chiudere un percorso ed allo stesso tempo favorendo la nascita di uno nuovo.
Sono stati tre giorni estremamente intensi soprattutto per chi ha messo il suo tempo a disposizione per la buona riuscita del corso ma anche altrettanto proficui, ed il Consiglio Direttivo SpeleoFotoContest non può fare a meno di ringraziare tutti, dai relatori ai collaboratori agli allievi, che hanno partecipato rendendo di fatto possibile questo ottimo risultato.
Relatori
- Luana Aimar
- Valentina Balestra
- Gianni Dellavalle
- Paolo Dori
- Luca Deravignone
- Lucia Montomoli
Allievi:
- Alberto Ciampalini
- Andrea Scatolini
- Antonio Premazzi
- Antonio Sanna
- Barbara Savcic
- Carlo Ceccon
- Daniele Nocentini
- Elisa Gungui
- Jacopo Selleroni
- Leonardo Zaccaro
- Lunghini Stefania
- Marco Romano
- Riccardo Moggia
- Umberto Fortini
Collaboratori:
- David Fucile
- Alessandro Biagi